Punto fermo di GIOCONDA è partire da ciò che ragazze e ragazzi sanno e desiderano, dal contesto in cui vivono e si trovano le loro scuole, queste forme di conoscenza vengono utilizzate come terreno per raccontare i dati misurati.
Per questo, nel primo incontro nelle scuole di GIOCONDA è stato fatto, classe per classe, un brainstorming per costruire una mappa concettuale attorno al concetto di “rischio”.
La loro costruzione si è articolata in quattro momenti. Nel primo, gli educatori hanno chiesto a ciascun studente di scrivere su un post-it una parola collegata a “rischio”; nel secondo, quali sono i luoghi dove si colloca; nel terzo, le cause; nel quarto, le soluzioni. Per elaborare le mappe, è stato utilizzato il software libero CMAP, applicato dai ricercatori di IFC-CNR e dagli educatori locali.
Dal punto di vista dei contenuti, i risultati restituiscono una grande ricchezza: la tendenza degli adolescenti che hanno partecipato è di rimandare i significati di rischio al sé, al fatto di vivere in ambienti che portano loro stress emotivo (la scuola, la famiglia, la strada) e che verbalizzano con le parole “paura”, “pericolo”, “emozione”, “adrenalina”. Le altre aree dove viene collocato il rischio sono poi quelle dei disastri naturali, del gioco d’azzardo, della salute. La parola più frequente collegata a rischio è “morte”.
Raramente, e soltanto da parte dei più grandi frequentanti i licei, viene fatto un collegamento esplicito fra i problemi ambientali e quelli di salute.
Frequentemente la connessione è resa esplicita nell’area di Taranto, dove la situazione reale, così come quella raccontata dai media, si riflettono in modo macroscopico sulla percezione dei ragazzi.
Parlando di salute, il riferimento più frequente e qualitativamente interessante è quello alla “contaminazione”, con esiti di malattia comunque scarsamente collegata agli effetti dell’inquinamento.